La psicologia di Vygotskij

Lo sviluppo del bambino secondo Vygotskij

Se per Piaget lo sviluppo sociale influenza in modo lieve, lo sviluppo cognitivo per Vygotskij il bambino cresce in stretta interazione con due aspetti della cultura e cioè il linguaggio e le interazioni sociali tra adulti e bambini. Vygotskij teorizza la presenza di quattro stadi nello sviluppo del bambino e la successione di questi fasi rappresenta l’età stabili e l’età critica, dove nell’età stabili ci sono dei cambiamenti minime, mentre l’età critica sono le seguenti:

  1. Passaggio dall’allattamento al primo infanzia (al primo anno di vita)
  2. La rivolta contro l’ambiente (terzo anno di vita)
  3. La difficoltà nell’educazione (settimo anno di vita)
  4. Le difficoltà che venivano dalla maturazione sessuale (tredicesimo anno di vita)

Vygotskij precisa che la parola critica non deve spaventare, in quanto proprio attraverso queste crisi si realizzano i presupposti per un sviluppo positivo del bambino. Un ruolo importante nello sviluppo del bambino viene attribuito al linguaggio, il quale verso i 6 - 7 anni diventa prima egocentrico e poi interiore (riflessivo). Vygotskij per quanto riguarda l’apprendimento afferma che all’età di 3 anni esso è spontaneo relativamente agli avvenimenti dell’ambiente che lo circonda mentre con l’età scolare, verso i 6 anni diventa reattivo, cioè in questa fase si ravvisa l’utilità del maestro che indirizza le capacità conoscitive del bambino. Per quanto riguarda il compito del maestro sotto il profilo didattico è importante la nozione di zona prossimale di sviluppo: con questa nozione Vygotskij sottolinea l’importanza di capire quando un alunno è pronto per reagire un messaggio e quando è arrivato il momento di arrivare oltre: in definitiva la zona di sviluppo non è altro che la disposizione all’apprendimento.



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