Seno: tutti i rimedi contro il rilassamento





Per molte è il punto di forza del proprio corpo, per altre è, al contrario, il punto dolente da “correggere” e valorizzare abilmente con reggiseni imbottiti o “push up” (letteralmente “tira su”). Per tutte le donne, comunque, il seno è un innegabile simbolo di femminilità e come tale va preservato dagli attacchi del tempo e da tutte quelle circostanze, quali gravidanza e allattamento, che possono minare la bellezza. Ma, a questo proposito, va subito fatta una premessa: bello non significa necessariamente grande e formoso, anche un seno piccolo può essere armonioso e ben fatto. 

3 regole per la prevenzione

Il seno è sorretto da una fitta rete di legamenti e dalla pelle, che riveste le ghiandole mammarie come una sorta di reggiseno naturale. Nessun muscolo interviene a supportare il peso delle mammelle, per questo sono così facili i cedimenti in questa parte del corpo. Se alla naturale forza di gravità, che nel tempo spinge i tessuti verso il basso (compresi quelli del viso), aggiungono altre sollecitazioni esterne è facili che il seno si mostri precocemente rilassato e cadente. Per evitare il peggio basta seguire alcuni semplici accorgimenti. Eccoli.


  1. Indossare sempre il reggiseno: è l’unica difesa contro gli effetti dello “sballottamento” delle mammelle quando si cammina, si fa sport o, semplicemente, si viaggia in treno o in macchina. I modelli migliori sono quelli non troppo costrittivi, in tessuto semielastico, con forma anatomica, più rinforzati in gravidanza.
  2. Idratare sempre la pelle con specifici prodotti rassodanti ed elasticizzanti per mantenere i tessuti flessibili e resistenti, scongiurando cedimenti e smagliature. Questo consiglio vale soprattutto per le donne incinte, che durante il periodo di gestazione vedono aumentare il volume delle mammelle, e coloro che allattano. 
  3. Assumere sempre una postura corretta. Le spalle non devono essere incurvate ma ben dritte e equilibrata e il bacino in verticale con la schiena. 


L’aiuto dell’acqua

L’acqua fredda, applicata localmente, costringe la pelle che riveste il seno a una ginnastica vascolare estremamente utile a mantenere questo organo “sospeso” tonico e sodo. 

Chi è ancora al mare può beneficiare direttamente dell’acqua salmastra facendo bagni brevi e frequenti. La sua temperatura essendo intorno ai 17 - 24 gradi centigradi, provoca un immediato restringimento dei capillari favorendo l’irrorazione dei tessuti che “contengono” le ghiandole mammarie.

Ottime, per chi è già in città, sono le docce alternate di acqua calda e fredda o, meglio ancora, le applicazioni locali con acqua ghiacciata. In quest’ultimo caso il getto della doccia va direzionato prima su un seno e poi sull’altro, descrivendo un disegno a 8 intorno alle mammelle. La pressione dell’acqua deve essere piuttosto forte. Per potenziare l’effetto della bassa temperatura, può essere utile riscaldare prima la pelle praticando leggeri sfregamenti con un guanto di crine.

Il ghiaccio amico

In farmacia si vendono specifiche coppette reggiseno che solidificano in frigorifero e mantengono a lungo la bassa temperatura, da applicare sulle mammelle. Al loro posto possono anche essere usati cubetti di ghiaccio “al naturale” o avvolti in un panno di cotone o spugna, da strofinare sui seni con un lento movimento circolare. Entrambi i metodi favoriscono un’efficace ginnastica micro vascolare, rassodano i tessuti e ne combattono il cedimento.

Alcuni esercizi per i pettorali

Gli esercizi che mettono in azione i pettorali non aiutano, come molte credono, a ottenere un seno più voluminoso. Questi muscoli fungono, infatti, solo come base d’appoggio delle ghiandole mammarie e niente hanno a che vedere con la taglia e il turgore delle mammelle. Ciò non toglie che un po’ di ginnastica mirata, che coinvolga anche braccia, spalle e schiena, non aiuti a migliorare la “tenuta” del seno e a correggere l’interno portamento. Ecco qualche proposta.


  • In piedi, con le gambe divaricate, aprite le braccia e sollevatele in modo che siano perfettamente allineate con le spalle. Da questa posizione, eseguite  delle piccole rotazioni in senso orario descrivendo un cerchio nell’aria. Continuate per 30 secondi, tenendo sempre il palmo della mano rivolta verso il basso. Abbassate le braccia, riposatevi per qualche attimo, poi rialzatele e ripetete l’esercizio in senso antiorario. 


  • In piedi, con le gambe divaricate, piegate le braccia all’altezza del petto e, mantenendo i gomiti aperti, prendete le mani l’una contro l’altra. Spingete con tutte le forze i due palmi a contatto e mantenete la pressione per una decina di secondi. Riposatevi e ripetete per altre 10 volte. Nella stessa posizione, sollevate le braccia in modo che i gomiti siano in linea con le spalle e le mani giunte siano all’altezza non più del petto ma del viso. Premete con forza i palmi per alcuni secondi. Ripetete per 10 volte, facendo brevi pause. Durante l’esercizio la schiena deve essere perfettamente dritta.


  • In piedi, flettete i gomiti e portate le braccia all’altezza delle spalle. Da questa posizione “a candeliere” avvicinate gli avambracci in modo che vengono a contatto tra di loro e giungere le mani. Riaprite le braccia e riavvicinatele per 15 volte descrivendo un ampio semicerchio. 


  • A terra, con il viso rivolto al pavimento, appoggiate le punte dei piedi e i palmi delle mani a terra. Tenendo la schiena dritta e le gambe ben tese, sollevate il busto cercando di distendere completamente le braccia, quindi riavvicinate il petto al suolo flettendo i gomiti. Eseguite 5 flessioni, riposatevi e ripetere altre 5. 


  • Sdraiatevi su un piano rialzato e impugnando un piccolo peso con entrambe le mani, aprite le braccia tese e ricongiungetele in alto, davanti al petto. Ripetere l’esercizio 10 volte. Riposate e ripetere ancora.



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