Basi biologiche dell’aggressività


     L’aggressività è un aspetto complesso della personalità. Molti studiosi si chiedono se l’aggressività deve essere considerata un comportamento istintivo che fa parte della natura animale o umana oppure sia legata all'ambiente o alla motivazione o frustrazione personale. In realtà entrambe le teorie possono essere considerate positive poiché sull'aggressività incidono diversi fattori in tempi circostanze diverse. Secondo i primi ricercatori sperimentalisti, ma soprattutto secondo alcuni psicologi, può esistere un forte legame tra frustrazione e l’aggressività: per frustrazione bisogna intendere quelle situazione che impedisce oppure ostacola il soggetto a realizzare i propri obbiettivi e questo impedimento produce la frustrazione e genera la reazione aggressiva, altri studiosi sottolineano come sono importanti studiare il proprio ambiente di vita per competere l’aggressività e questo tipo di apprendimento di comportamenti e particolarmente importante nell'infanzia quando i bambini imparano molto imitando gli adulti; per esempio se un bambino vede che suo padre bastona qualcuno sarà incoraggiato a ripetere questo comportamento, come forma di violenza proposto dagli adulti nel dirimere i conflitti; in ogni caso i modelli dei quali il bambino apprende i comportamenti possono essere classificati in tre categorie: il bambino può imparare in famiglia nel suo ambiente di vita, come la scuola oppure dai mass media come la televisione. Invece secondo Freud l’aggressività si trova in ognuno di noi e si basa sull’impulso di morte o di distruzione che si contrappone all’impulso di vita o di creatività anch’esso innato nel nostro sistema psicofisico. La pulsione di morte spiega il masochismo e l’auto distruzione, come pure è responsabile del sadismo delle tendenze distruttive e delle aggressioni. Secondo Freud la pulsione di morte e la pulsione di vita agiscono in simbiosi: infatti la pulsione di vita si base sull'aggressività per raggiungere i suoi fini e nello stesso tempo la pulsione di morte ha bisogno dell’ascendente aggressivo per essere soddisfatta. Spesso in oltre si accetta l’aggressività quando questa viene messa al servizio di una buona causa e invece di essere vista come forza distruttiva diventa uno strumento per raggiungere dei risultati accettabili dalla società. Secondo altri studiosi il sentimento dell’aggressività deve essere collegato al concetto di narcisismo: il narcisismo, ovvero l’individuo completamente concentrato su se stesso non tollera l’altro, tutti coloro che ottengono qualche successo e come una reazione ai propri timori, quali stati depressivi o sensi d’inferiorità pena di dominare su tutti e di vendicarsi senza limiti anche per umiliazioni immaginari. Alcuni proposi studiosi rabbia narcisistica fanno riferimento a quei fenomeni di psicologia collettiva che nella prima metà del 900 favorirono l’avvento del narcisismo in Germania: infatti è facile che alla radice alla personalità assolutista e tirannica ci sia un inguaribile narciso. Secondo un altro impostazione gli abusi e i traumi subiti nell'infanzia come i maltrattamenti le separazioni le crisi famigliari, possono innalzare il livello di aggressività individuale non solo nell'infanzia ma anche in età adulta. Infatti un buon attaccamento vissuto nelle prime fasi della vita a contatto con almeno una figura amorevole pone le basi per un equilibrio psicologico e quando si struttura nell'ambito della famiglia un modello operativo fondato da un attaccamento sicuro, si costruisce una persona mite, forte e determinata e il bambino può affrontare le competizioni con i propri figli in maniera serena. Inoltre secondo l’etologo Lorenz l’aggressività è un istinto presente sia nell'uomo come negli animali è una forma di energia che si accumula e si carica secondo un concetto idraulico; metafora e quella dell’acqua contenuto in un sifone che una volta raggiunta un certo livello viene scaricata automaticamente e secondo questo modello quando l’aggressività raggiunge un segnale di guardia deve essere scaricata; un altro etologo allievo di Lorenz è convinto dell’utilità del comportamento aggressivo ai fini della conservazione della specie e frutti di una serie di adattamenti: egli fa una distinzione tra l’aggressività degli animali e dell’aggressività degli esseri umani e sostiene che il comportamento animale è rigido e tende a soddisfare bisogni primari, quello dell’uomo è un comportamento (culturale), perché l’uomo è attratto da tutto ciò che appartiene alla cultura e quindi è spinto dal desiderio di sapere; tutta via gli etologi hanno portato molti esempi di aggressività umana che ripete modelli animali come ad esempio la lotta per il possesso del territorio, la competitività e l’invidia. Sul fatto del controllo dell’aggressività gli etologi sono divisi e si pensa geneticamente possono essere controllata attraverso una morale responsabile. Invece il secondo studio sulle cause ambientali del comportamento aggressivo si sottolinea come il malessere fisico dovuto al caldo all’inquinamento ai rumori intensi all’insonnia, abbassa la soglia della tolleranza e favorisce l’aggressività: si stabilisce una relazione tra lo stress e l’aggressività e agli stress fisici vanno aggiunti anche quelli a carattere psicologico o emotivo come gli insuccessi i maltrattamenti l’emarginazione che facilitano lo sviluppo dell’aggressività. Nell’aggressività giocano un ruolo rilevante sia i fattori endogene cioè legati alla personalità dell’aggressore e i fattori esogeni riferiti al contesto socio culturale e all’ambiente.     
               

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