Francesco De Sanctis: la mancanza d’istruzione

Francesco De Sanctis si forma come letterato attraverso insegnamenti privati a Napoli e nel periodo che va dal 1848-1849 fu relatore della commissione di riforma dell’insegnamento primario e secondario nel regno delle due Sicilie; egli propone la creazione di “scuole normali” per la preparazione soprattutto dei maestri in Italia, questa denominazione sopravvivrà per indicare ancora oggi una formazione dei docenti o carattere universitari; inoltre egli propone la diffusione della scuola elementare obbligatorio e gratuita e l’istituzione di una scuola secondaria tecnica scientifica. Fu nominato da Cavour ministro dell’istruzione del nuovo governo dell’Italia Unita ed egli, come pure Cattaneo mette in evidenza i difetti della legge Casati, la prima legge sull'insegnamento pubblico che veniva criticata soprattutto per la prevalenza dell’istruzione classica su quella tecnica e professionale e per l’assenza dell’aspetto patriottico; per  tanto De Sanctis cercava di far valere i critici di decentramento e di diffondere la scuola elementare e di migliorare la formazione degli insegnamenti. Questi progetti però non ebbero successo soprattutto come critico letterario e docente universitario di grande valore e favorevole ad una letteratura di veri contenuti; il suo motto era “cose e non parole”, inoltre propone una didattica fondata sull'interesse e sulle esperienze personale dell’allievo con l’intenzione di trasformare le lezioni in laboratori: questo dimostra la grande modernità della sua visione dell’attività di docente. De Sanctis aveva messo in evidenza l’insufficienza di tutte le riforme di legge adottate per migliorare la qualità dell’istruzione e soprattutto sottolinea come l’istruzione elementare deve essere vista come possibilità di un riscatto politico del popolo, soprattutto di quelle plebi meridionali che soffrono della mancanza d’istruzione. 

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