Attivismo pedagogico e le “Scuole Nuove”


Nell'ultima parte dell’800 vengono fondate in Europa e in America le cosiddette “Scuole Nuove” denominate così perché in esse l’educazione non veniva concepita come formazione della personalità autonoma. Comunque la critica dell’organizzazione scolastica tradizionale e l’idea di un educazione che si basi fondamentalmente sulla psicologia dell’alunno ed abbia come scopo la formazione della sua personalità sono dei motivi molto anteriori alle scuole nuove; basti ricordare le tematiche e la metodologia di Froebel  e la creolizzazione rimasta e il puerocentrismo di Rousseau. In base a questa metodologia l’insegnamento deve fidarsi sugli interessi sull'esperienza e sull'attività personale dell’alunno; le scelte didattiche ed educative presuppongono un’attenta considerazione psicopedagogica dello sviluppo individuale dell’alunno avendo come scopo la sua formazione come uomo e come cittadino. Nel 1912 a Ginevra nasce l’istituto superiore delle scienze dell’educazione, J. J. Rousseau dove viene utilizzata l’espressione scuola attiva per indicare una educazione nuova. Infatti in questo nuovo modo di sviluppare la formazione dell’alunno si pone proprio l’idea centrale del puerocentrismo, termologia usata per la prima volta da Rousseau che sta ad indicare la centralità del bambino nel processo educativo con i suoi interessi, la sua spontaneità, la sua creatività che non devono essere assolutamente inibiti: tutto ciò in contrapposizione con l’educazione tradizionale che si basava su formalismo astratto, su concetti preconfezionati che venivano recepiti in maniera passiva dai fanciulli attraverso un assurdo mnemonismo (imparare tutto a memoria senza capire il significato).



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